Domande&Risposte: un nuovo servizio  per i nostri lettori. Chi vuole rivolgere direttamente domande ai nostri medici specialisti può farlo o a margine degli articoli oppure inviando un’email a info@cittadeibimbi.it

Oggi vi proponiamo un’altra lettera  inviata alla neuropediatra Michela Sesta da parte di una nostra lettrice che affronta il tema della balbuzie.

Gentile dottoressa Sesta, mia figlia che a giorni compirà 4 anni, improvvisamente da settembre scorso manifestava balbuzie che poi sparì dopo 15 giorni circa. Successivamente, verso novembre, la cosa si ripresentò ma in forma più grave e accompagnata da una specie di tic (muoveva le labbra freneticamente quando le parole non le uscivano), questa volta è durato di più ma quando si è placato, ha lasciato uno strascico: è come se controlli lei stessa la balbuzie parlando piano e scandendo bene le parole ma quando questo “controllo spontaneo” non le riesce, si innervosisce parecchio.   Dimenticavo di dire che nella fase più acuta del problema, da chiacchierona divenne taciturna e un po’ capricciosa. Per il resto è una bambina serena, precoce anche perche’ vive nella sua famiglia composta dai genitori e da sorella di 19 anni e fratello di 18. Ovviamente è coccolata da tutti anche se si cerca di non viziarla troppo. 

La saluto e la ringrazio sin d’ora per la sua risposta.

Mamma Carla

 

La risposta della dottoressa Michela Sesta, neuropediatra 

Michela Sesta

Gentilissima signora Carla,

cerco di rispondere  in modo, spero, chiaro ed esauriente al quesito postomi circa il problema di sua figlia.
 In età infantile la distinzione tra le normali disfluenze e le prime avvisaglie di balbuzie a volte è alquanto ardua e deve essere condotta, oltre che con l’osservazione diretta del bambino, anche raccogliendo informazioni dai genitori sul comportamento del bambino nei vari contesti.

Nella disfluenza normale il bambino presenta occasionalmente disfluenza  ( non più di una ogni dieci frasi), brevi ( non più di mezzo secondo) ripetizioni di suoni, sillabe o brevi parole. Il problema emerge maggiormente quando il bambino è stanco, eccitato, se parla di argomenti nuovi e complessi. Nella normale disfluenza il bambino non presenta particolare consapevolezza della sua presenza, né presenta sorpresa e frustrazione per essa.

Nella lieve balbuzie le ripetizioni di suoni , sillabe o brevi parole sono più frequenti. Le disfluenze sono di maggiore durata con tre o più ripetizioni (es  co-co-co- cosa). A volte è possibile notare lievi sincinesie, per esempio sbattere o stringere le palpebre o manifestazione di tensione alla bocca. Il problema tende a manifestarsi in modo più diffuso, nella maggioranza delle situazioni nelle  quali il bambino è coinvolto. In alcuni bambini possono essere presenti imbarazzo, frustrazione e sorpresa.

Per una diagnosi accurata è necessario valutare se vi siano altri disturbi associati, quali il disturbo dell’articolazione, il disordine fonologico o un disturbo di deficit attentivo, in quanto questi aspetti sono predisponenti alla balbuzie.

A questa età è necessario , per la risoluzione del disturbo, un coinvolgimento  attivo dei genitori e il ruolo del terapeuta/terapista è circoscritto a valutazioni periodiche del bambino e agli incontri con la coppia genitoriale.

La balbuzie nasce nella prima infanzia: come mostrato in rosso nel grafico, nell’85% dei balbuzienti il difetto insorge in età-prescolare. (fonte: Organizzazione mondiale della sanità)

E’ importante per i genitori rispettare alcune regole minime di “igiene della comunicazione” quali:

  • parlare con il bambino in modo calmo, facendo frequenti pause. Il parlare lentamente è più efficace di ogni critica e suggerimento del tipo” rallenta, parla piano”
  • ridurre il numero di domande che si fanno al bambino. I bambini parlano più liberamente se stanno esprimendo le loro idee.
  • usare l’espressione facciale e i movimenti del corpo  per comunicare con il bambino, quando balbetta, al fine di porre l’attenzione su cosa sta dicendo più che a come lo sta dicendo
  • riservare spazio quotidiano nel quale è possibile dare un’attenzione completa al bambino
  • aiutare tutti i membri della famiglia a imparare a rispettare i turni di parola
  • esprimere l’accettazione nei confronti del bambino. Il parlare in modo lento e rilassato e l’ascolto accrescono la sicurezza del bambino nel parlare.

    Cordiali Saluti
    Dott.ssa Michela Sesta

Leggi qui gli altri interventi nella rubrica “LA NEUROPEDIATRA”
Print Friendly, PDF & Email