giulia di pietro nutrizionista di Giulia Di Pietro

La caffeina, una sostanza appartenente alla famiglia degli alcaloidi e presente in molte piante, è fisiologicamente attiva sugli animali anche a concentrazioni molto basse e probabilmente in natura viene impiegata dalla pianta stessa come meccanismo di difesa dagli erbivori.

Anche nell’uomo[highlight] la caffeina influenza numerosissime reazioni biologiche, localizzate a livello del sistema nervoso centrale: migliora i tempi di reazione, influisce positivamente sul meccanismo della visione, amplifica la capacità di memorizzazione; d’altro canto, un consumo eccessivo può determinare l’insorgenza di effetti collaterali, quali cefalea, mal di stomaco, tremori, irrequietezza, aumento della frequenza cardiaca o insonnia, soprattutto se parliamo di bambini.[/highlight]

E’ utile infatti ricordare come questa sostanza sia contenuta non solo nel caffè ma anche in altre piante ed alimenti: nel the, per esempio (dove assume il nome di teina), nel cioccolato, nelle bevande analcoliche a base di Cola, nei prodotti erboristici che contengono guaranà, in molti farmaci e cosmetici e nei cosiddetti “energy drinks”.

E’ curioso notare come le foglie di the abbiano un contenuto in caffeina circa doppio (2-4%) rispetto ai semi di caffè (1-2%); tuttavia, a causa del diverso metodo estrattivo, l’infuso contiene all’incirca quattro volte meno caffeina di una tazzina di caffè.

Sarebbe prudente contenere il consumo di caffeina entro i 300 mg/die negli adulti, tenuto conto che una tazzina di caffè ne contiene in media circa 70 mg e una lattina di bibita a base di Cola da 330 ml ne contiene 35 mg (pari a mezza tazzina!), quantità non trascurabile se pensiamo che la dose massima giornaliera consentita per i bambini tra i 4 e i 12 anni è di 45 mg

Nel caso degli adolescenti, invece, bisogna valutare il peso corporeo, poichè parliamo di 2,5 mg per ogni Kg di peso.

Il nostro Ministero della Salute ha sottolineato in un documento già nel 2012 le possibili controindicazioni al consumo smodato degli energy drinks, soprattutto nei più piccoli, proprio a causa del loro elevato contenuto in caffeina (circa 80 mg in una lattina da 250 ml).

Addirittura nel 2002 [highlight]la Comunità Europea ha emanato una direttiva (2002/67/CE, ) relativa all’etichettatura dei prodotti alimentari contenenti caffeina, in cui si stabilisce l’obbligo di menzionare in etichetta, nello stesso campo visivo della denominazione di vendita, la dicitura “tenore elevato di caffeina” per i prodotti con un quantitativo superiore a 150 mg/litro [/highlight](seguita tra parentesi dal tenore di caffeina espresso in mg/100 ml).

Tali disposizioni non si applicano alle bevande a base di caffè, tè, o estratto di caffè o di tè, la cui denominazione di vendita contenga il termine «caffè» o «tè».

Anche la caffeina utilizzata come aroma nella fabbricazione o preparazione di un prodotto alimentare deve essere indicata nell’elenco degli ingredienti con la sua denominazione specifica, immediatamente dopo il termine «aroma».

Alla luce di queste informazioni,[highlight] ricordiamo sempre di leggere l’etichetta, a tutela della nostra salute e di quella dei nostri figli,[/highlight] e ritardiamo per quanto possibile l’offerta di questi alimenti ai ragazzi, magari scegliendo prodotti senza caffeina (ormai largamente disponibili in commercio), nella consapevolezza che l’acqua rimane sempre la fonte migliore di idratazione.

Print Friendly, PDF & Email