giulia di pietro nutrizionista di Giulia Di Pietro 

Prendendo spunto dal quesito che un nostro gentile lettore ci ha posto, affrontiamo oggi il tema della merenda a scuola.

Vito Belladonna ci ha scritto in un’email: Gentile redazione, con l’inizio della scuola tutti i genitori si trovano di fronte alla questione della merenda che i propri figli devono mangiare durante la pausa. E’ possibile avere suggerimenti dalla vostra esperta nutrizionista circa la pianificazione settimanale della merenda? Cioé, quali cibi far mangiare durante la settimana?
Grazie.

Come abbiamo più volte sottolineato in questo spazio, lo spuntino mattutino e la merenda del pomeriggio rappresentano forse i momenti della giornata dei ragazzi in cui più facilmente noi genitori possiamo “inciampare”, sia per scarse conoscenze in campo alimentare sia per praticità.

Entrambi si rendono necessari affinchè i bambini, e non solo, arrivino ai pasti principali, dopo circa due ore, con un po’ di appetito e non troppo affamati.

Dovrebbero rappresentare ciascuno circa il 5% dell’introito calorico complessivo giornaliero ed essere, al tempo stesso, nutrienti ma leggeri.

Considerando lo stile di vita sedentario che purtroppo molti bambini oggi hanno, è importantissimo non eccedere con gli zuccheri semplici, i grassi e il sale contenuti in snack, merendine, succhi di frutta e patatine.

Al contrario, naturalmente, se il bambino pratica un’attività sportiva, gli è consentita una merenda più ricca e abbondante, senza andare oltre il 10% del fabbisogno calorico.

Ma come scegliere la merenda giusta?

Innanzitutto ricordandoci che la regola base rimane la varietà.

E allora per uno spuntino equilibrato possiamo scegliere tra:

– uno yogurt;

– un piccolo panino (30-50 g) magari con qualche fetta di pomodoro e olio extra vergine di oliva o un po’ di formaggio fresco o una fetta di prosciutto o un paio di cucchiaini di miele…;

– 3-4 biscotti secchi;

– una carota o un finocchio;

– un succo;

– un frutto di stagione;

– frutta secca glucidica (es. uva sultanina) (vedi articolo);

– i dolci della nostra tradizione, fatti in casa, se possibile con il coinvolgimento dei bambini stessi, per riscoprire il piacere dei sapori più genuini e valorizzare questo momento della giornata.

Via libera allora ad una porzione di ciambellone, ad una fetta di plumcake allo yogurt, o di una crostata alla marmellata o di una torta alle carote o alle mele.

Ma se proprio il nostro bambino non riesce a rinunciare ad una merendina confezionata ogni tanto, sarebbe buona regola almeno leggere attentamente l’etichetta, per conoscerne il valore nutritivo.

Privilegiamo quelle più piccole; con un minore apporto calorico (circa 150Kcal per 100 g di prodotto); con meno grassi e zuccheri ( che tra le altre cose, favoriscono la carie dentaria) e magari quelle che contengono anche fibre, calcio o ferro.

E’ consigliabile accompagnare il tutto sempre con uno o due bicchieri di acqua, evitando accuratamente le bibite troppo zuccherate, perché, come abbiamo avuto più volte modo di puntualizzare, un giusto grado di idratazione si ripercuote anche sulla performance scolastica dei nostri bambini (vedi articolo).

Una buona idea sarebbe quella di pianificare insieme ai ragazzi la scelta della merenda scolastica su base settimanale, per andare incontro ai loro gusti, coinvolgendoli attivamente, ma senza tralasciare i principi di un’alimentazione equilibrata fin qui illustrati.

E se è vero che l’educazione alimentare, come ogni altra forma di educazione, nasce in famiglia, è altrettanto vero che dovrebbe proseguire a scuola.

E allora perché non batterci per abolire negli istituti scolastici gli inutili distributori di snack, a vantaggio di macchinette dispensatrici di frutta fresca, disidratata o secca, yogurt o piccole porzioni di parmigiano, come è già stato fatto con successo in alcune scuole del nostro Paese?

E allora non mi resta che augurare buona merenda a tutti!

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