dottor Michele Quercia

Ogni  anno  si ripete la stessa storia che fa piangere milioni di italiani: starnuti, prurito, arrossamento degli occhi, lacrimazione, respiro affannoso, crisi d’asma, i sintomi tipici delle allergie provocate dai pollini.                                                                                                                                        Ma cosa si intende per allergia? Una risposta anomala del sistema immunitario, scatenata dal contatto con sostanze estranee all’organismo che comunemente sono innocue.

La rinite allergica è una patologia infiammatoria della mucosa del naso che colpisce i soggetti allergici o atopici, in costante aumento in quasi tutto il mondo. Si stima che una percentuale che va tra il 10-30 per cento della popolazione generale soffra di rinite allergica. Probabilmente alla base dell’aumento quasi vertiginoso di questa patologia vi è il nostro modo di vivere, tanto che le allergie vengono oggi considerate il prezzo del miglioramento della qualità della vita degli ultimi decenni. Infatti è stato dimostrato come i bambini cresciuti in fattoria di campagna abbiano una probabilità di allergie molto inferiore rispetto ai bimbi di città: il motivo è tutto nel contatto con un gran numero di infezioni durante l’infanzia. Perché il sistema immunitario, impegnato a combattere contro i germi dell’ambiente, non si sottrae ai propri compiti e non punta la sua risposta contro sostanze innocue, come invece accade nell’allergico.

Se a tutto questo si aggiunge la qualità dell’aria che respiriamo, peggiorata per colpa dello smog e anche per il fumo di sigaretta, ecco spiegato il maggior pericolo di asma e allergie: un sistema immunitario già “indebolito”, esposto continuamente all’ aggressione di polveri e vapori con effetti proinfiammatori, rischia lo “ sballo”. A tutto ciò si aggiunge il riscaldamento globale (Global Warming) che aumenta la liberazione dei pollini allergizzanti e allunga la stagione degli starnuti.

Le riniti allergiche possono essere intermittenti o persistenti. 

Le forme Intermittenti (da pollini) tendono a manifestarsi in genere dopo i 10 anni di vita, i sintomi clinici si presentano tipicamente nel periodo della fioritura (solitamente durante i mesi primaverili) e si caratterizzano per un peggioramento della sintomatologia in seguito alla permanenza all’aria aperta, soprattutto in giornate ventose. Da gennaio ad oggi i pollini che hanno creato problemi sono stati solo quelli di alberi come il cipresso, il pino e il cedro giapponese. Dopo la Parietaria arriverà la temuta impollinazione delle Graminacee (gramigna delle vie e dei prati), prima ancora c’è stata quella delle nocciolo, adesso c’è quella dell’ulivo. Graminacee è davvero la parola che fa più paura, la principale causa di pollinosi in Italia e nel mondo. La sua diffusione geografica è invertita rispetto alla parietaria:  è maggiore nell’Italia settentrionale (70 – 85%) e nel Centro (60 – 75%) rispetto al Sud e alle isole. La fioritura inizia generalmente nel mese di aprile, con picchi a maggio e giugno.

Le forme Persistenti sono legate a sostanze allergiche presenti negli ambienti domestici ( ad esempio causate da dermatofagoidi);  possono invece iniziare a manifestarsi più precocemente intorno ai 4-6 anni, presentano un andamento subacuto-cronico e sono acuite dal soggiorno in ambienti chiusi e caldo-umidi e di regola hanno la massima espressività clinica al risveglio mattutino, dopo il prolungato e stretto contatto notturno con gli acari del materasso e del cuscino.

Si può  fare qualcosa per prevenire o quanto meno attenuare i sintomi della rinite allergica?   Purtroppo possiamo fare ben poco per ridurre l’esposizione ai pollini, come nel caso delle graminacee, salvo utilizzare in casa e in auto aria condizionata con un filtro antipollini; ma quando il bambino esce il contatto con i pollini è inevitabile.

Nei bambini affetti da rinite allergica da acari, muffe, pelo di animali ecc… è importante ridurre quanto più possibile il contatto con l’allergene tentando la bonifica dell’ambiente in cui il bambino vive, in particolare la stanza da letto. Usare presidi come il coprimaterasso e il copricuscino antiacaro lavabili a caldo (oltre 55°C) riducono la carica antigenica; ridurre al minimo essenziale i libri, i pelouches, eliminare tappeti e moquettes, dove la polvere si accumula con facilità, migliora il benessere del bambino.

I cardini della terapia della rinite allergica sono gli antistaminici per bocca e i corticosteroidi topici nasali, sempre su indicazione dello specialista allergologo pediatra. Nelle riniti da pollinosi la prevenzione ambientale è pressoché impraticabile per cui può essere indicato ricorrere alla immunoterapia desensibilizzante (i cosiddetti “vaccini antiallergici”) che consiste nella inoculazione sottocutanea di dosi crescenti dell’estratto allergenico dei pollini a cui il bambino è reattivo. Più recentemente, è stata adottata per la terapia desensibilizzante l’assunzione per bocca dell’estratto allergenico: si tratta di una procedura molto più gradita dal bambino, tuttavia l’efficacia di questo tipo di terapia desensibilizzante non è ancora così ben provata come quella della inoculazione sottocutanea. La desensibilizzazione può essere utilizzata anche nei confronti dei dermatofagoidi, sempre su consiglio dell’allergologo pediatra.

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